Marina di Teulada Verificato
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Navigando nel Mar Adriatico in direzione Nord, una volta superata Chioggia, il primo Marina che incontriamo è quello dell’Isola di Sant’Elena.
Sant’Elena è il quartiere più orientale del centro storico di Venezia, in cui sorge anche la “Scuola Navale Militare ‘Francesco Morosini’”. Inizialmente il toponimo era riferito unicamente all’isolotto che custodisce le reliquie della Santa ma, dopo le bonifiche apportate alla zona agli inizi del XX secolo ed alla conseguente urbanizzazione, il nome venne esteso a tutto il quartiere sorto dagli anni ’20 in poi.
Parlare di Venezia e di cosa si può fare in questa magica meraviglia Italiana sembra pleonastico e forse irriguardoso, quindi ci limiteremo a narrare una piccola leggenda del territorio in cui sorge il Marina e della Santa da cui ha tratto il nome.
Flavia Giulia Elena (dal latino Flavia Iulia Helena), conosciuta come Sant’Elena, mamma dell’Imperatore Romano Costantino che, nel 313 ,a Milano, emise il rinomatissimo Editto con cui permise la libertà di culto ai Cristiani, è ricordata nella tradizione cristiana per essere stata una specie archeologa ante litteram. Si narra che, infatti, in età avanzata, dopo la promulgazione dell’Editto del figlio, intraprese un viaggio in Palestina per visitare i luoghi santi e qui, scavando per purificare il luogo dai templi pagani, trovo il Sepolcro e la Croce sulla quale venne crocifisso Gesù Cristo.
Quando morì, nel 329, dopo aver trovato anche la grotta della Natività a Betlemme, le spoglie vennero inizialmente tumulate a Roma, in un secondo momento trasferite e seppellite a Costantinopoli ed in ultimo, nel 1211 portate a Venezia.
Secondo una pia leggenda, la nave che trasportava i resti mortali di Sant’Elena, una volta fatto accesso nella laguna veneziana, perse il controllo e si arenò nel luogo in cui era stata eretta una piccola cappella votiva dedicata alla Santa. Al fine di alleggerire il bastimento e di permetterne così la ripresa della navigazione, i marinai provarono a ridurre il carico sbarcando la mercanzia sull’isola, ma niente. La nave non si disincagliava. Sbarcarono così anche l’urna con le reliquie e allora la nave riprese a galleggiare, ma non appena fu nuovamente rimbarcata l’urna, l’imbarcazione si arenò nuovamente.
Solo allora i marinai capirono che si trovavano difronte ad un messaggio Divino e così lasciarono le reliquie nella cappella, dove fu edificata, successivamente, una meravigliosa chiesa gotica, ancora oggi meta di pellegrinaggio per tutte le mamme del mondo.
E’ in quest’affascinante angolo di Laguna che troviamo il Porticciolo E de Zottis, gestito dall’Associazione “Diporto Velico Veneziano” sin dalla sua costituzione, nel lontano 1950. Chi ha avuto la fortuna di ormeggiare in questo piccolo angolo di paradiso ha segnalato la professionalità e l’estremo garbo del personale.
Per raggiungere il porticciolo bisogna percorre il canale Porto del Lido, costeggiando la lunga diga foranea. Al termine della diga si accosta a sinistra lasciandosi a dritta l’Isola di Sant’Andrea. Percorsi circa 500 metri, sempre sulla dritta, si apre l’imboccatura del canale delle navi e lì, sulla sinistra, facilmente riconoscibile per il numero di barche a vela ormeggiate, è situato il D.V.V.. È opportuno preannunciare telefonicamente il proprio arrivo.
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