Santa Maria di Leuca, incorniciata dai promontori Punta Ristola e Punta Meliso è il punto più meridionale del Salento. Il borgo eredita il nome dal greco antico leukòs, bianco ed è stata edificata ai piedi di una piccola altura su cui un tempo si ergeva un tempio dedicato alla dea Minerva, figlia di Giove e Meti, è la divinità latina della lealtà in lotta, delle virtù eroiche, della guerra giusta e della saggezza. Benché l’origine del toponimo della città di Leuca  appaia assolutamente certa, particolarmente affascinante appare il mito che lo vorrebbe legato alla bella sirena Leucàsia che si narra vivesse in quelle acque. 

La leggenda vuole che la sirena si fosse infatuata di un pastorello di nome Melisso che però non ricambiava il suo amore perché a sua volta perdutamente innamorato di una giovane aristocratica di nome  Arìstula. Lucàsia, infuriata per l’affronto, vedendo i due innamorati abbracciati sulla scogliera, agitò vorticosamente la sua coda scatenando una terribile tempesta che travolse i ragazzi facendoli annegare, trascinando poi i corpi ai lati opposti della baia. La dea Minerva sconvolta dal triste destino dei due giovani amanti pietrificò i corpi dei ragazzi trasformandoli rispettivamente in Punta Meliso e Punta Ristola che, ancora oggi, pur senza toccarsi, si guardano dai lati opposti della baia. Anche la bellissima Sirena Lucàsia, distrutta dal rimorso per il terribile gesto, morì e si pietrificò trasformandosi nella meravigliosa città di Leuca. In suo ricordo è stato posizionato un monumento scultoreo raffigurante la Sirena, funge da guardiano silenzioso del porto di Leuca.